L’attesa per l’inattesa fine dei social network
Il 2022 è l’anno in cui tutti parlano della fine dei social network. Tutti in senso figurato, è ovvio. Basta però una banale ricerca su google.com per scoprire che l’argomento è diventato davvero di tendenza. Come ogni argomento frivolo, è una cosa seria.
Miliardi di investimenti sull’orlo del baratro
Se ci pensate bene è quasi paradossale che accada oggi. Non che questa (remota) possibilità fosse così inattesa, ma il 2022 è l’anno in cui Mark Zuckerberg ed Elon Musk hanno giocato l’all-in su Facebook e Twitter.
Cioé, Zuckerberg ha puntato sul metaverso (e quel che può significare ad oggi, ben poco più di “una Second Life fatta bene” o più idealmente una “realtà aumentata ben disegnata” se continua così) ma ogni suo prodotto richiama Facebook e la galassia di Meta. Non è certo un mistero che un mix letale fatto da concorrenza, errori e la vigilanza dell’antitrust stanno frenando i sogni di conquista di Mark Zuckerberg: i social, le criptovalute e il metaverso.
Come ha scritto pochi giorni fa Vice.com “in poco più di un anno, la compagnia ha perso quasi 800 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, la gran parte dei quali negli ultimi otto mesi. Sia chiaro, l’azienda è ancora una delle più grandi al mondo, miliardi di persone usano i suoi prodotti regolarmente e gli utenti sono in crescita, eppure, secondo la definizione di una proposta di legge antitrust, da mesi si trova al di sotto della capitalizzazione di mercato richiesta per un’azienda “Big Tech.” Senza dimenticare la grande ondata di licenziamenti che un’azienda che sta bene di solito non fa.
Parlare di Twitter poi è financo troppo attuale. Lo fanno tutti, lo facciamo tutti. Specie su Twitter. Elon Musk, con una bio tra genio e sregolatezza, sembra più orientato sul secondo aggettivo che sul primo. Ha speso una fortuna per prendere possesso di una società che -parole sue- potrebbe fallire da un giorno all’altro.
Magari (anche) Twitter è too big to fail, di sicuro rientra tra quei social network ormai diventati too big per essere ancora divertenti. Non sono solo svago, Twitter e gli altri - come i più giocosi Instagram e Tik Tok — sono fonte di notizie, di lavoro e… di frustrazioni personali. Chi ne preannuncia la sopravvivenza di fatto ne parla come se fosse già destinato a diventare un’altra cosa.
Il che non sarebbe neppure questo problema se il tutto rimanesse tutto confinato lì. Se mai si avverasse, come accade ai partiti nello scenario politico, la fine dei social network fondalmente produrrebbe un vuoto che ben presto sarebbe riempito da qualcosa di diverso. Magari con un ritorno dal passato, magari con un altro prodotto. Non è questo il punto.
La mancata consapevolezza del proprio ruolo politico
Il problema è che la stessa grandezza di queste piattaforme ha trasformato i (fu) simpatici Mark Zuckerberg ed Elon Musk in personaggi pubblici che hanno strabordato dalla loro iniziale posizione di “geni e imprenditori”. Cioé, lo sono ancora ma vengono trattati — più o meno giustamente — alla stregua dei personaggi politici.
Se ci pensate bene è una sorta di contrappasso per due persone che, come se vivessero in un magico mondo di soli sogni e bit, per anni hanno ̶f̶i̶n̶t̶o̶ detto di essere ben lontani dalla politica.
Ora sono avversari, ma anche alleati, visto che per eterogenesi dei fini ormai hanno più un ruolo politico che meramente finanziario. I loro investimenti, le loro dichiarazioni rientrano nell’arena dei media come se parlasse un capo di stato. E non possono farci niente, l’essere potenti e ricchi li fa entrare in quel contesto: una situazione di merito con una serie di onori e (tanti) oneri (tra cui quello della responsabilità).
Inoltre non sono più simpatici, almeno non come all’inizio. Succede a tutti, specie a quelle figure politiche che piacciono finché ricoprono un ruolo da outsider. Poi arriva il successo e cambia tutto: intendiamoci, non è il successo che rende antipatiche le persone, anzi, è la diversa connotazione del proprio io a trasformare in sprezzanti critiche quelli che fino a pochi anni prima erano commenti di apprezzamento. Insomma, se Zuckerberg e Musk non si comporteranno come richiede il loro nuovo ruolo o imparano a stare zitti (difficile vedendo l’attualità) o rischiano di compiere un parricidio.
Al contrario di quanto si poteva pensare solo qualche anno fa, infatti, l’esuberanza economica e verbale potrebbe accompagnare l’inizio della fine dei social network proprio da parte di chi ha lanciati, sostenuti e rilanciati. La fine di ogni storia ha sempre una componente abbastanza ilare, magari stavolta possono evitarla.