La menzogna tra social e politica
Nei miei studi ho sempre avuto una particolare passione per Hannah Arendt.
Alcuni suoi lavori sono noti per i suoi giudizi sulla politica, altri sono stati precursori dei tempi come spesso accade a chi sa guardare avanti nella storia e nel pensiero umano.
Un libro che particolarmente mi ha colpito è stato “La menzogna in politica” che non è solo una riflessione acuta sul rapporto tra politica e menzogna, ma un’analisi sull’azione dell’uomo nella vita quotidiana.
Oggi sui social si può notare ancora meglio come molti di noi comunichino in una modalità a cavallo tra la menzogna “per ragion di Stato” (in senso lato) e la falsificazione dei fatti (“verità alternative”) per altre ragioni, magari di immagine, di ambizione o di reputazione.
La lungimiranza e la sensibilità con cui la Arendt aveva avvertito la crisi della politica è stata probabilmente l’anticamera di un processo in cui, in maniera opposta alle possibili aperture date dai nuovi mezzi di informazione, l’abbondanza degli strumenti comunicativi non ha condotto alla stessa crescita dei valori su cui si sono fondate le prime democrazie dal secondo dopoguerra. Peccato.